Le nuove tecnologie posso migliorare notevolmente la vita in casa ed il senso di autonomia nelle persone anziane o con disabilità. Per questo la domotica diventa sempre più spesso una soluzione che offre grandi benefici, impiegata negli ospedali, nelle case di riposo come nelle abitazioni comuni, a sostegno delle utenze più deboli.
Nel corso degli anni Novanta i principali mutamenti demografici hanno riguardato l'invecchiamento della popolazione: il maggior spostamento demografico mondiale nella distribuzione dell’età sta avendo luogo proprio in Europa. Le stime dicono che entro il 2020 una persona su quattro nel vecchio continente avrà più di 60 anni e che molti di questi supereranno gli 80.
L'Italia può essere considerata uno dei Paesi più vecchi del mondo con una velocità di invecchiamento seconda solamente a quella del Giappone: secondo i dati ISTAT infatti, la proiezione del tasso di anzianità nel nostro Paese tra l’anno 2005 e l’anno 2035 tende ad aumentare. Il fenomeno è importante per gli aspetti di cambiamento dei modelli di consumo delle famiglie di anziani nonché per i bisogni sociali e sanitari che accompagnano questa fascia di popolazione. Non necessariamente anzianità coincide con malattia, disabilità o emarginazione sociale ma certamente l'invecchiamento della popolazione solleva problemi notevoli sul piano dell'assistenza socio-sanitaria.
La domotica e i suoi prodotti possono quindi essere proposti non soltanto a persone normodotate ma anche a quelle categorie di persone che, per motivi di salute e di età, non hanno completa autonomia nello svolgimento delle proprie funzioni. I sistemi domotici, in quest'ottica, svolgono un doppio ruolo: da una parte garantiscono al soggetto la possibilità di sentirsi un individuo normodotato e di poter vivere una vita “normale”, dall’altra contribuiscono alla riduzione dei costi che lo Stato fornisce ai presidi socio-assistenziali, assicurando condizioni migliori sia per l’individuo che per la società.
Il progredire dei bisogni della terza età ha portato alla realizzazione di soluzioni tecnologiche che rendono la vita più comoda e sicura. Un esempio su tutti è il sistema domotico By-me che gestisce tutte le funzioni di controllo, comfort, sicurezza e comunicazione presenti in una casa con la massima semplicità.
Merito di un linguaggio intuitivo, immediato anche per le persone più anziane che spesso trovano difficile il dialogo con le nuove tecnologie proprio per la loro oggettiva complessità. La domotica By-me, attraverso la gestione degli automatismi e degli impianti, consente di creare una casa nella quale è possibile vivere bene invecchiando meglio.
È bene sottolineare che qualunque tecnologia domotica deve fornire soluzioni in grado di risolvere i problemi reali della persona ma senza eccedere per non scatenare reazioni di rifiuto e risultare non funzionale se non addirittura invalidante. Proprio per questo, risulta indispensabile un lavoro di équipe in cui, alla scelta della tecnologia, partecipino attivamente diverse figure tra cui medici, architetti ed altri tecnici. Solo in questo modo si riuscirà a fornire soluzioni in grado di sfruttare e valorizzare al massimo le capacità residue delle persone anziane al fine di garantire una sempre maggiore autonomia e reintegrazione sociale.
Le persone anziane sono molto affezionate alla loro casa, ma con l'età può diventare un problema abitarci da soli. C'è bisogno dunque di strutture di supporto che possano sopperire alle loro difficoltà deambulatorie e, di conseguenza, all’autonomia negata dei movimenti. Questa necessità grava sulle tasche dello Stato, che ogni anno sovvenziona denaro ai presidi socio-sanitari. Per ridurre i costi a lungo termine, le Regioni mettono a disposizione, per le persone con permanenti limitazioni, dei contributi per promuovere l’acquisto di tecnologie (compresa quella domotica) per il miglioramento dell’accessibilità dell’ambiente domestico e finalizzate ad estendere le abilità della persona.
L'obbiettivo dei finanziamenti, concessi nella misura del 70% della spesa ammissibile, è ridurre l’assistenza diretta o rendere completamente indipendente il soggetto stesso. I contributi regionali hanno un duplice obbiettivo: da una parte le persone anziane hanno così la possibilità di vivere in un luogo familiare senza sentirsi lontani dai loro cari, dall’altra le spese dello Stato a lungo termine vengono ridotte. I cittadini diversamente abili infatti non gravano più sui presidi socio-sanitari, ma vivono la loro disabilità nella propria abitazione, supportati da tecnologie domotiche o informatiche che permettono loro una vita autonoma o semi-autonoma, in base al grado di limitazione alla quale sono affetti.
A cura della Dott. Beatrice Cividini - Vimarpoint 2011